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Piano paesistico, è scontro
Il soprintendente De Cunzo, incaricato dal ministero,
presenta il proprio. La Regione anche
(12 gennaio 2001)

Ieri mattina, nel Castello svevo, il soprintendente Mario De Cunzo, che è anche commissario di governo per il piano paesistico, ha presentato le linee del nuovo piano che la soprintendenza sta preparando su richiesta del ministro Giovanna Melandri. De Cunzo ha illustrato le procedure, peraltro già adottate in Campania dal ‘94 al ‘98, e ha chiesto ai comuni e agli altri enti locali un contributo per costruire programmi urbanistici adatti alle esigenze di sviluppo economico e sociale.
Il primo ambito del piano riguarda il Gargano e parte dalle norme di salvaguardia dell’ente Parco. Nel redigerlo la Soprintendenza si è adeguata alle indicazioni dell’ente, che per legge stabilisce già le zone di minore o maggiore interesse ambientale. La lettura si è estesa, poi, ai centri abitati e alle zone di sviluppo abusivo, pare non molto diffuse. L’ente Parco ha assicurato la sua piena collaborazione, mentre fra i comuni alcuni hanno espresso adesione, altri hanno sollevato obiezioni.
La discussione è divenuta, però, particolarmente animata sul problema della presenza contestuale di un piano paesistico stilato dalla Regione Puglia (che ha disertato l’incontro) e in procinto di pubblicazione. La richiesta di sospensione è già stata avanzata dalla Lega Ambiente con un ricorso al Tar. Ma fino a quando non ne sarà dichiarata l’illegittimità, l’atto amministrativo ha i suoi effetti legali. L’auspicio del soprintendente è che si possa arrivare ad un accordo su un testo unico. «Perché — ha dichiarato De Cunzo — una regione senza piano paesistico è una regione che non dà certezze, anche sul fronte degli investimenti. Ma due piani non raddoppiano la sicurezza, l’azzerano».
Sul piano paesistico approvato dalla Regione è intervenuto anche il ministro dei Beni culturali, Giovanna Melandri. «Il caso della Regione Puglia, che ha approvato il piano territoriale paesistico lo scorso 15 dicembre — ha detto in una nota — è la concreta dimostrazione di come l’effetto commissariamento spinga le regioni inadempienti a muoversi, ad esercitare finalmente un loro potere: approvare i piani paesistici, come previsto dalla legge Galasso, che dava alle Regioni la scadenza del 31 dicembre 1986».
Obiettivo del ministero, secondo il ministro, non è certo quello di sostituirsi alle Regioni nell’esercizio di un loro potere, bensì il contrario. Dopo anni di ritardi e inadempienze, sostiene Giovanna Melandri, si tratta di far finalmente applicare la legge Galasso, che è la principale norma di tutela del paesaggio, su tutto il territorio nazionale.
«Ovviamente — insiste il ministro — i profili giuridici e di contenuto del piano approvato dalla Regione Puglia dovranno essere attentamente esaminati dal commissario. Per un primo approfondimento di questi temi, nei prossimi giorni incontrerò a Roma il presidente della giunta regionale pugliese, Raffaele Fitto».
Proprio l’incontro fra il ministro e il «governatore» pugliese potrebbe rappresentare l’occasione per evitare la sovrapposizione dei due piani paestistici e, quindi, un nuovo conflitto di competenze, che non gioverebbe affatto alla tutela del territorio.
(a. mar.)

 


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