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"Agevolano l’industria del mattone"
l’osservatorio (5 gennaio 2001)

Al dibattito, ormai acceso, sulla vicenda di Punta Perotti, è intervenuto anche l’Osservatorio Metropolitano (composto dalle associazioni Aqv, Abap, Adirt, Ande, Archeoclub, Convenzione delle donne, Italia nostra, Lipu, Ruotalibera, Tempora et personae, Wwf). «Più volte l’Osservatorio metropolitanoscrive l’avv.Luigi Campanale ha rilevato che il modello di sviluppo della città, ancorato ad un piano regolatore di concezione industrialista anni Sessanta (cemento per il cemento), è obsoleto e anacronistico. La città, oggi, ha una complessità di bisogni insoddisfatti e totalmente ignorati, perché Bari è pensata ed attuata da un Piano regolatore generale i cui "fondamentali" dell’economia e della società sono incentrati sul blocco sociale del cosiddetto partito del mattone (presente in ogni parte della società barese), e che produce il ripiegamento della città su se stessa».
«Ciò indirizza le risorse finanziarie e socialicontinuasoprattutto verso "l’economia dell’industria del mattone" che, assecondando esclusivi interessi particolari e speculativi, inibisce l’intrapresa di altri possibili percorsi economici e sociali, capaci di soddisfare gli interessi generali dei cittadini e di vivificare la precaria situazione economica».
Ma l’Osservatorio entra maggiormente nel vivo della questione: «Le vicende di Punta Perotti, dei progetti costruttivi e lottizzatori anche nei siti (ex Fibronit ed ex Gasometro) contaminati da amianto, nonché l’approvazione di una variante al Prg per edificare un mega porto turistico, nell’unica zona destinata alla balneazione, sono la punta dell’iceberg della immediata e diretta conseguenza di una città pensata esclusivamente a tutela dei predetti interessi particolari. Altrimenti non si comprenderebbe perché continuare a perseguire una "crescita" distorta e ormai estranea ad ogni logica di mercato. L’Osservatorio metropolitano, ritenendo anacronistico il modello di sviluppo della città tracciato dal Prg Quaroni, auspica una completa rivisitazione ed aggiornamento di questo strumento, sollecitando tutti coloro che vogliono una Bari diversa da quella attuale ad effettuare una "scelta di campo" fondata su dati concreti e non su astratte concezioni di città».

(m.c.)

 
 


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