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E il sovrintendente avverte
"O confisca o demolizione"

Pala Mario De Cunzo: "Punta Perotti è il male della città. I casi sono due"
l’intervista
ANTONELLA MARINO (6 gennaio 2001)


Ha fama di moralizzatore intransigente, capace di perseguire i suoi obiettivi con polso d’acciaio. Si mormora che il ministro Melandri ne abbia disposto il trasferimento da Napoli a Bari, in relazione al caso Punta Perotti, proprio per il rigore assoluto con cui si era distinto in materia di tutela del paesaggio: suo il merito di aver fatto demolire nel ’99, dopo lunga battaglia, l’albergo Fuenti, il mostro della costiera amalfitana. Napoletano con natali baresi, dall’aria rude ma affabile soprattutto con i giornalisti ("sono un arma potentissima per l’efficacia del lavoro") Mario De Cunzo fa un primo bilancio dei cinque mesi di lavoro in Puglia e dei progetti avviati, all’indomani della sentenza che ha dato torto al ricorso presentato del suo predecessore Gian Marco Jacobitti.
Sembra si sia conclusa questa strana "battaglia dei sovrintendenti", con un mandato pieno a procedere. Ci sono state ripercussioni sull’attività della Soprintendenza?
«Assolutamente no. Premetto che ho trovato una struttura ben organizzata. Abbiamo semmai accelerato alcuni provvedimenti, come la controversa ricostruzione del Petruzzelli. Si è cercato di potenziare le iniziative forti della Soprintendenza, ad esempio la valorizzazione del "circuito dei castelli". Proprio oggi è arrivata dal Ministero l’assegnazione di altri sei miliardi per la gestione di questi beni. A Bari sono invece in fase di completamento i restauri di S. Chiara e S. Francesco della Scarpa. L’obiettivo è trasferire in questi edifici i nostri uffici, e restituire il Castello ad attività culturali, mostre, concerti, convegni. Purtoppo non dipende solo da noi, siamo in concorso con la Regione. Per il futuro sono previste anche aperture verso l’arte contemporanea, in sintonia con la più dinamica fisionomia del nuovo ‘Ministero per le attività culturali’» .
A proposito di Bari, che idea si è fatta di questa città?
«Mi pare che la situazione qui sia molto più semplice di Napoli, che si sappia ciò che è bene e cosa e male. Il bene è la salvaguardia del territorio. Il male è Punta Perotti, un incidente di percorso che si poteva evitare e che ha arrecato un grave danno d’immagine. Adesso stiamo tecnicamente aspettando l’esito del ricorso ala Cassazione. I casi sono due: o la magistratura procede nella confisca, o interveniamo noi con un provvedimento di demolizione».
A novembre 2001 lei dovrebbe andare in pensione. Cosa le piacerebbe riuscire a fare in questi dieci mesi?
«Una finalità a cui tengo molto è il recupero del fronte mare del nord barese, il lungomare Vittorio Veneto verso la Fiera del Levante, che versa in cattivo stato di conservazione: vi si trovano edifici bellissimi degli anni Trenta, all’epoca di Di Crollalanza. E’ in progetto inoltre uno studio sui centri storici della Murgia, l’elaborazione di un "codice di transito", che parte dalla conoscenza delle antiche tecniche edilizie e artigianali. Mi auguro poi di impostare al meglio la pianificazione paesaggistica dell’intera Puglia. Al momento abbiamo disegnato una carta delle priorità di valore paesistico sul Gargano. Bisogna arrivare ad una gestione del territorio "aperta", che si offra al mercato degli investimenti in crescita. L’11 gennaio, è stata indetta una Conferenza di servizio per concertare un confronto reciproco con i Comuni e gli altri enti locali».
Pare ci sia un contenzioso tra voi e la Regione, proprio in merito alla redazione dei Piani paesistici.
«Non esattamente, o per lo meno non ancora. Con un decreto del 26 marzo scorso il presidente Ciampi aveva decretato di sostituire lo Stato alla Regione inadempiente. I piani regionali, approvati nel ‘94, si erano infatti arenati nel ’98. Per inerzia o altro, il Consiglio ne aveva rimandato la ratifica. Salvo approvarli recentemente e in tutta fretta in giunta, ritenendo di non dover più combattere in sede istituzionale. Io mi auguro che si possa arrivare ad un accordo, che la Regione accolga i nostri suggerimenti per approntare un Piano comune. Attualmente è come se stessimo giocando in dodici sul campo: speriamo che il Bari rimanga in serie A!»

 
 


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