Lettera aperta a Michele Matarrese. Ingegnere caro,
a certa gente i palazzi in riva al mare a Punta Perotti, si sa, non piacciono. Punto.
Piacciono invece quelli di Miami, Cancun o i nostrani della Riviera romagnola. Altri si
allietano dodici ore di aereo per ammirare i palazzoni di Hong-Kong e Singapore; o
sborsano milioni per albergare in quelli di Acapulco e Rio. Porlamar fa moda, ed è ancora
tanto "chic" risiedere nei palazzi, a picco sul mare, a Montecarlo o sulla
"promenade" di Nizza. A Bari, no. A Bari quei palazzoni non vanno giu. Meglio il
degrado ambientate, i tossici, la promiscuità sessuale notturna e la sporcizia. Punta
Perotti? Per carità! Nulla da ridire invece sui palazzi cittadini coi balconi adorni di
tende da sole variegate, multicolore, bianche rosse e verdi, rigate e a pois, che fanno
tanto "zingarata". Le nostre città ne sono piene: nessuno dice niente. A
Glifada, per esempio, quartiere residenziale di Atene, le tende sui balconi sono tutte
bianche. Che schifo. Noi siamo un popolo diverso. Buttiamo le carte dai finestrini delle
auto; sputiamo i chewingum sui marciapiedi; facciamo defecare i nostri <migliori
amici> ovunque; lasciamo il ricordo unto della parmigiana domenicale in pineta; e non
siamo per nulla infastiditi dalle autodemolizioni piene di vecchie carcasse in bella
mostra su strade principali e no. Bella Italia. Ma Punta Perotti, no. E poi ingegnere, la
gente vuole vedere il cielo, l'orizzonte e cioè, in questo caso, il nulla. Altrimenti,
che gente del Sud saremmo?
Vito
A. Chirenti Lecce
Ma quel complesso edilizio è stato realizzato con il rilascio delle idonee licenze? Se
questo è stato fatto, cosa viene contestato a tale manufatto? Durante la costruzione, gli
organi preposti al controllo del territorio cosa hanno fatto? Dov'erano? Se ci sono state
delle irregolarità, queste devono pagarle soltanto coloro i quali hanno rilasciato, se
impropriamente, le relative autorizzazioni. Se è un problema politico, invece, questo
dev'essere risolto in luoghi opportuni e non cercare cavilli di natura ambientalistici o
qualcos'altro. Non dimentichiamo i veri obbrobri realizzati a Bari in tempi non lontani.
Le città crescono se crescono anche le abitazioni. Incentivare le costruzioni di case
significate creare nuovi lavori, perché tutti sappiano cosa occorre per mettere su una
casa. Anziché di Punta Perotti, ad esempio, perché non risolvere definitivamente il
problema del depuratore al rione Japigia, fermo o malfunzionante forse da oltre vent'anni?
Cosa fanno a riguardo gli ambientalisti? Perché, poi, costoro non si attivano al momento
giusto e non dopo che le opere sono state realizzate? Carlo
Castellano
Una soluzione che taglierebbe la testa al toro sarebbe quella di una raccolta di soldi
tramite sottoscrizioni, o anche organizzando partite di calcio. La somma da raggruppare
dovrebbe essere tale da risarcire i proprietari che a loro volta dicono di essere in
regola. Io spero che qualche soldino in meno nelle tasche dei baresi (o ex come me) ci
possa dare la gioia di poter osservare il nostro lungomare come era una volta, cioè senza
confini.
Rocco
Orofino Palo del Colle
L'unica soluzione è abbattere i palazzi di Punta Perotti. La saggezza porta sempre al
benessere.
N.
Ceglie Bari
Sono un dirigente bancario non appartenente al gruppo creditizio partner del gruppo
Matarrese nella Sud Fondi (proprietaria del complesso Punta Perotti). E' mia opinione che
si è voluto scatenare un clima di caccia alle streghe, animato da un latente ma tenace
filo conduttore politico: destabilizzare la solidità patrimoniale e soprattutto di
immagine di un "gruppo" che comunque ha dato e continua a dare lavoro a diverse
centinaia di famiglie e che, per quanto a me consta, si è gradualmente formato grazie al
lavoro ed all'intelligenza imprenditoriale del suo capostipite comm. Salvatore Matarrese e
dei suoi figli e nipoti, gente capace e famiglia di esemplare compattezza e correttezza.
Tralascio qualsiasi argomentazione sugli aspetti giudiziari della vicenda, dichiarandomi
incompetente nel merito. Ma se la Corte di Cassazione prima e quella d'Appello dopo hanno
emesso i propri verdetti significa che hanno riconosciuto la fondatezza in diritto delle
ragioni dei costruttori. A meno che non si voglia adombrare il dubbio che la magistratura
non è stata "serena": ma allora perché tale dubbio è sorto quando i
provvedimenti sono stati a favore dei costruttori mentre nulla si è detto quando, con mal
motivato ritardo, si sono mossi i pm? Fa ridere anche la proposta di qualche alto
esponente governativo che vorrebbe fare comprare dallo Stato il cosiddetto <mostro>
per poi abbatterlo! Con quali soldi? Con quelli di cittadini esasperati da un'asfissiante
pressione fiscale?
lettera firmata
Una considerazione: Bari deve uscire da questa vicenda Punta Perotti con
le sue gambe, con le sue proposte e con il contributo delle sue migliori risorse
professionali e amministrative. Con delibere consiliari n.1323 del 26.7.89 e n. 486 del
12.2.90 il consiglio comunale incarica un gruppo di progettisti <per studi e indagini
preliminari al Piano Particolareggiato della costa da Santo Spirito a Torre A Mare>.
Delibere mai revocate. - Nell'ottobre del 92 i progettisti richiedono all'amministrazione
comunale tutta la documentazione sui vincoli esistenti e lottizzazione già all'esame
degli uffici tecnici. Richiesta mai evasa. - Nel bilancio comunale del 97 si ignorano
completamente tutti gli atti precedenti tesi quanto meno ad avere un quadro chiaro della
situazione, e si prevedono 3 miliardi per un concorso internazionale di idee per il tratto
dal Teatro Margherita a San Giorgio e 2 miliardi per le aree circostanti lo Stadio della
Vittoria. - In tema di porti turistici nel 96 in consiglio comunale approva un ordine del
giorno che auspica la costruzione di un porto turistico a Santo Spirito (la maggioranza
dei consiglieri non si chiede con quali soldi e per quali progetti) e nel 98 adotta una
variante al Piano Regolatore Generale della Città per un altro porto turistico
all'altezza di Punta Perotti (il cosiddetto porto Verde); la variante si è resa
necessaria in quanto il Prg prevedeva invece approdi leggeri nel tratto da Piazza Diaz a
Piazza Gramsci... la scelta di Porto Verde subentrava al Progetto Parco Urbano previsto
nella stessa zona, ma per il quale i finanziamenti europei erano andati persi. - Il
18.3.98 con nota prot. n. 6728 la Soprintendenza ai Beni Ambientali e Culturali richiede
alla Regione di adottare improrogabilmente un provvedimento di tutela dell'intera fascia
costiera, ai sensi della legge n. 1497/39 ed in virtù della delega di cui al Dpr 616/77:
la nota viene inviata per conoscenza anche al Sindaco di Bari. - Il 5.10.99, e quindi dopo
18 mesi di vuoto amministrativo, la Gazzetta Ufficiale pubblica il decreto con il quale il
Ministero appone un vincolo di tutela sulla costa barese, ma sempre in attesa che la
Regione deliberi in materia approvando finalmente il piano paesistico, il cosiddetto Putt.
Franco Neglia segretario Area metropolita- na Ds Bari Bari
La situazione di Punta Perotti appare sempre più oscura, soprattutto in
seguito alle dichiarazioni dell'Ing. Matarrese. E' oscuro il ruolo dell'arch. Renzo Piano,
dapprima entusiasta progettista, successivamente figura in stato confusionale; è oscuro
perché mai citato l'iter delle concessioni, è chiara al contrario la posizione della
famiglia di costruttori che si dichiara vittima di un oscuro complotto e di un
atteggiamento persecutorio di alcuni magistrati. La casa di pochi arroganti ha in un solo
colpo cancellato i ricordi dell'infanzia, le passeggiate l'orizzonte di una città che nel
suo lungomare custodiva la sua fierezza. Quanto distante è questa posizione da quella
dell'ingegnere Matarrese che parla di porta della città? E' la stessa distanza che ormai
passa tra la città degli affari ed i suoi cittadini! Ed è la distanza che passa tra il
giro d'affare che rappresenta Punta Perotti ed i risultati di un sondaggio sul sito web di
Adnkronos in cui l'85% dei navigatori di internet hanno risposto con varie motivazioni che
I'ecomostro deve essere demolito. Io, come consigliere regionale intendo incominciare
proponendo l'abrogazione di tutte le vergognose leggi d'emergenza in urbanistica a partire
dalla l.r. 3/, la l.r. 8/, la 34/, e perfino la l.r. 30/90; per sostituirle con una legge
regionale chiara ed eticamente forte per la difesa del nostro territorio. Spero di non
rimanere solo nella sede del consiglio regionale. Il mio appello è rivolto a tutti quelli
che hanno a cuore una rinascita culturale ed etica della città di Bari.
Mimmo Lomelo Consigliere regionale Verdi