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Fotografico |
Parla De Cunzo, nuovo soprintendente dei beni artistici in Puglia.
Le prime emergenze
PRIMO, IL RISPETTO DEL PAESAGGIO
Barese di nascita, nemico dichiarato degli
"ecomostri"
(15 giugno 2000)
Spero di arrivare prestissimo a Bari. E con molto
entusiasmo che vengo a lavorare alla Soprintendenza ai Beni artistici architettonici
ambientali e storici della Puglia". Parola di oriundo. Perché Mario De Cunzo, nuovo
Soprintendente della Puglia, e nato proprio a Bari nel 1934. "Mio padre - racconta-
era giudice del Tribunale poi diventò Presidente del Tribunale di Urbino e la famiglia si
trasferì. Pero i miei fratelli maggiori avevano di Bari e della Puglia ricordi molto
belli". Ricordi di una Puglia che non c'è più. Perché molto è stato dissipato e
violentato e devastato delle bellezze paesaggistiche. Quelle stesse che l'ispettore
centrale del Ministero, De Cunzo, protegge dalla sua scrivania romana, dove lo
raggiungiamo.
Architetto lei è stato per dieci anni soprintendente a Salerno: anche quella è una
Soprintendenza mista, come la pugliese.
"Sono stato a Salerno nel periodo successivo al terremoto. Si lavora molto bene nelle
Soprintendenze miste".
Lei ha curato il restauro della Certosa di Padula...
"Si, ma anche del duomo di Salerno".
E aveva competenza anche sul comune di Vietri sul Mare, vero?
"Naturalmente, sì, anche Vietri
".
... e l'ecomostro dell'hotel Fuenti.
"Quella del Fuenti è una vicenda che mi ha accompagnato per tutta la vita. Ero
ancora un giovane architetto a Napoli quando studiavo il caso-Fuenti per l'allora
soprintendente Grillo e poi per la Procura, che mi ordinò di fare alcune indagini. Fu
allora che scoprimmo alcune irregolarità che consentirono la revoca dell'autorizzazione
cosicché l'albergo Fuenti risulto illegittimo".
Diciamola tutta: lei ha avuto un ruolo decisivo nella demolizione del Fuenti.
"La ringrazio... può apparire immodestia... beh, si, ho trovato io quegli elementi
di illegittimità che poi hanno consentito una lunghissima battaglia per la cancellazione
del fabbricato sulla costa amalfitana. Alla fine è stato demolito spontaneamente dal
proprietario, Mazzitelli: un gesto molto bello".
Architetto, lei sospetta certamente dove vogliamo andare a parere... "A Punta
Perotti. Ma non so-no ancora in grado di parlarne, naturalmente". Tuttavia sa già
di che si tratta.
"Sono un amante del paesaggio pugliese e perciò preferirei che quell'edificio non ci
fosse. Ma nel merito tecnico non posso ancora dire nulla".
Eppure lei si è già occupato, in tempi recenti, del paesaggio pugliese...
"Ogni Regione è obbligata dal 1986 a dotarsi di un piano paesistico. La Campania, la
Calabria, la Lombardia e la Puglia non l'hanno fatto. E allora, come prevede la legge, lo
Stato si sostituisce alle Regioni, una sorta di surroga. Il Presidente della Repubblica
con un Decreto registrato pochi giorni fa (quindi ora già vigente) ha incaricato il
ministero dei Beni culturali di realizzare il piano paesistico della Puglia. E
indispensabile, perché in Puglia non ci sono norme di salvaguardia ministeriale.
Quando nel 1984 le Soprintendenze e il ministero emettevano i decreti di vincolo, qui in
Puglia questo non avvenne nulla. I decreti sono stati fatti in ritardo, il Tar li ha
annullati, insomma e una Regione un po' scoperta e dove manca un piano, lo sviluppo e
disordinato. Naturalmente, la pianificazione e una garanzia di sviluppo, di ricchezza, non
si tratta di serrare i catenacci". E opinione diffusa, qui a Bari, che la
sua nomina, essendo un ispettore centrale della direzione dei Beni paesaggistici, sia un
segnale del Governo dei confronti della Regione e soprattutto del capoluogo. La promessa
di una mano pesante
"Lei dice una cosa giusta, con un tono cattivo... Diciamo invece che è una chiara
indicazione da parte del ministero e del ministro in particolare di voler porre la giusta
attenzione al paesaggio della Puglia, un paesaggio pieno di luce, di colori e di profumi e
che per questo va tutelato.
Io non vengo in Puglia per controllare questa o quella situazione, ma per l'interesse dei
cittadini, per tutelare il loro patrimonio ambientale". Una formulazione diplomatica
impeccabile. "No, mi creda, e davvero un'intenzione positiva: io credo nella tutela
del paesaggio come fattore di progresso e di sviluppo".
Ha sentito le dichiarazioni del ministro dei Lavori pubblici? Nerio Nesi ha detto che
<mella lotta contro 1'abu- sivismo e i cosiddetti ecomo- stri c'e un problema di di-
gnita dello Stato". "Nesi parla dell'abusivismo in senso culturale. I
iribunali hanno riconosciuto che in Pu- glia c'era una legge che con- sentiva di co-
struire Punta Perotti. Ora speriamo che ci sia anche una legge per restaurare
il-paesaggio". Sia il ministro Nesi che il ministro per l'Ambiente Willer Bordon
annunciano l'intenzione di acquistare i rustici di Punta Perotti per demolirli. Che ne
pensa?
"E un segnale di quanto sia sentito il problema della tutela del paesaggio.
L'iniziativa dei due ministri viene dopo le parole del ministro Melandri, parole
indubbiamente dure e battagliere alle quali io mi accodo senz'altro. Con l'on. Bordon ho
già collaborato, quando era sottosegretario. Abbiamo scritto insieme i piani paesistici
della Campania". Chissà quante difficoltà, opposizioni dei yoteri locali...
"Le racconto la storia del Piano Paesistico del Taburno, in provincia di Benevento. I
Comuni sono stati cosi contenti di avere il piano che hanno organizzato una festa e hanno
anche etichettato un vino: si chiama "Taburno doc Piano Paesistico". Altro che
l'orco cattivo che viene a punire! Vede? Siamo, così buoni!
Al di là, delle battaglie legali che possiamo anche vincere (e mica dobbiamo sempre
perdere!), l'amore per la bellezza della costa pugliese è così forte che, se necessario,
si compra, si paga, pur di restaurare un paesaggio>>
Molti progetti sono stati avviati dal suo predecessore, Jacobitti. Lei ha già fatto
una ricognizione di quel che l'aspetta in Puglia, a parte Punta Perotti?
"Tra il Governo e la Regione Puglia e stata sottoscritta un'intesa di programma. C'è
una fervida attività di collaborazione che si sta traducendo in un accordo di programma
per progettare insieme i restauri dei castelli, delle cattedrali, dei luoghi di
particolare interesse ambientale".
Architetto, le faccio un nome: teatro Petruzzelli. <<Eh...>>. Che
fa? Ride o sospira?
"Quand'ero a Salerno ho fatto riaprire il teatro Verdi. Per l'inaugurazione
l'Orchestra di Parigi eseguì l'Alleluja di Handel. Mi auguro vivamente di avere la gioia
di riaprire il Petruzzelli".
Le sorti del Petruzzelli, almeno in parte, saranno presto nelle sue mani: il ministero
ha affidato alla Soprintendenza ingenti (sebbene non sufficienti) denari per la
ricostruzione del teatro.
"Spero di aver la necessaria competenza tecnica, oltre che l'entusiasmo dell'oriundo
barese. Mi impegno fortemente. Non vorrei fare una gara che sarebbe fuori luogo, ma
potremmo farcela prima della Fenice di Venezia". |