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Chiamate in causa Regione e Comune:
"Acquistare l’area al patrimonio pubblico e abattere tutto"
Gli urbanisti: "Demolite quelle costruzioni"
L’Inu pugliese: si intervenga anche per evitare altri scempi del territorio
(venerdì 16 giugno 2000)

Le recenti vicende giudiziarie inerenti al complesso immobiliare Punta Perotti sono motivo di profonda inquietudine per 1'Istituto nazionale di Urbanistica sezione Puglia.
"Sullo sfondo - si legge in una nota - ci sono procedimenti- amministrativi e giudiziari costellati di decisioni non limpide, culminate nella recente sentenza assolutoria.
In primo piano e lo sfregio al paesaggio di Bari in uno dei suoi tratti più rappresentativi e vulnerabili: lo scheletro dell'ecomostro che troneggia, nella sua sfrontata visibilità, come simbolo del1'impudenza e dell'arroganza, e che sfida 1'accresciuta sensibilità ambientale dei cittadini e la maturazione culturale di tanti urbanisti>. Gli urbanisti dell'Inu ritengono che debba porsi in atto "ogni legittima azione per demolire la costruzione, quale che sia la conclusione della vicenda giudiziaria".
"Si utilizzino a tal fine - è la proposta - i poteri statali, se il Comune di Bari non intende esercitare i poteri ad esso conferiti per revocare la concessione, acquisire 1'area al patrimonio pubblico e demolire 1'irrecuperabile mostruosità.
E si intervenga tempestivamente anche per evitare ogni trasformazione edilizia delle adiacenti aree edificabili".
"Questa è adesso- continua la nota, firmata da Salvatore Mininanni - la battaglia da combattere, in una situazione decisionale ancora una volta pervasa da resistenze, incertezze, ambiguità.
Infatti, mentre Ministri della Repubblica, stampa nazionale, associazioni, politici, singoli cittadini, si schierano sull'argomento, e il Ministero dei Beni Culturali agisce con chiarezza e tempestività, tace 1'amministrazione comunale, principale imputata assieme alla Regione per aver non solo consentito, ma anche reso possibile la realizzazione di Punta Perotti.
Ci auguriamo che non si vogliano accampare ragioni economiche contro un simile orientamento: una volta tanto, nella città di Bari, finanziamenti pubblici sarebbero spesi per risanare un tratto di costa piuttosto che per sottrarlo alla collettività o per mettere in pericolo la salute dei cittadini, come rischiava di avvenire per 1'intervento previsto dal Prusst nell'area della Fibronit, solo grazie all'intervento del Ministero dell'Ambiente, e non certo all'iniziativa comunale, sottoposto a procedura di valutazione dell'impatto ambientale per la presenza di amianto". "Occorre, poi, - e 1'opinione dell'Istituto di urbanistica - esercitare un'azione preventiva.
Punta Perotti è infatti esempi emblematico del modo imperante di trasformare il territorio nella città di Bari, consentito dalla strumentazione urbanistica in vigore e solo episodicamente limitato dalla legislazione nazionale e regionale i materia di paesaggio e ambiente. L'irresistibile ascesa di Punta Perotti e 1'intervento della magistratura ben dimostrano che strumenti e procedure in vigore, organismi di pianificazione e gestione si ispirano a un'idea di città nella quale parte crescente dei cittadini e della cultura urbanistica non si riconosce e che appaiono del tutto incapaci di garantire diritto alla salute e salvaguardia e valorizzazione - dell'ambiente ". "Ci si chiede: dov'erano gli urbanisti quando sorgeva Punta Perotti ? - conclude la nota - Rispondiamo che gli urbanisti dell'Inu regionale da tempo sollecitano una revisione del Piano regolatore generale che ridimensioni le elevatissime densità insediative in esso previste, consenta di dotare i nuovi insediamenti di adeguati servizi pubblici e parcheggi, promuova la salvaguardia e la fruizione sociale della fascia costiera e delle lame, garantisca la tutela delle testimonianze storico-culturali, reimposti il problema della mobilita nel1'area vasta incentrandola sul trasporto collettivo. Gli urbanisti dell'Inu da tempo mettono anche in discussione orientamenti degli organismi tecnici consultivi e procedure di approvazione dei progetti di elevato impatto ambientale. Molte regioni e città italiane hanno innovato queste ultime, prescrivendo la redazione di studi di impatto ambientale per i piani attuativi e una serie di progetti urbani, e prevedendo specifici momenti di partecipazione delle associazioni e dei cittadini nel corso dell'iter, A Bari bisogna far crescere consapevolezza e sensibilità su questi temi, specialmente presso gli enti locali. L'Inu non farà mancare il proprio impegno".

 

 



 

 

 

 

 

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