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Interviene l'ex assessore regionale, Ferlicchia
"Punta Perotti, ora tutti contrari ma nel 1996
si persero i fondi per il verde su quel Iungomare"
(18 giugno 2000)

Non è una mozione d’affetto o una petizione popolare. Insomma, non è un'iniziativa di facciata quella intrapresa da alcune associazioni (non solo ambientaliste) per sollecitare il procuratore generale presso la Corte d'appello di Bari, Riccardo Dibitonto, a ricorrere contro la sentenza d'assoluzione pronunciata dai giudici delIa prima sezione della corte d'appello di Bari sulla vicenda dei palazzi di Punta Perotti. L'istanza che numerosi sodalizi, tra i quali quelli riuniti nell'Osservatorio metropolitano, hanno preparato è infatti prevista dal codice, all'articolo 572. Ovvio che con la raccolta di firme che prende il via domani, le associazioni vogliano rendere evidente un coinvolgimento il più possibile numeroso della cittadinanza barese al problema. Ma non sarà, è bene precisarlo, una firma in più o in meno (ovvero, a seconda dei punti di vista e dell'interpretazione dei fatti, una più o meno massiccia sollevazione popolare o una più o meno massiccia indifferenza dell'uomo della strada) a condizionare un percorso determinato e circoscritto a norma di legge. Resta, a proposito dei minisondaggi promossi in questi giorni da numerose formazioni politiche, la realtà di una cittadinanza che, chiamata a dire la propria, sta rispondendo in maniera preoccupata sul prospettato destino di edificazione sul litorale di Bari. Il consigliere federale nazionale dei Verdi, Cesare Veronico, ritiene che tutto l'interesse suscitato sulla questione a livello locale e nazionale non possa lasciare indifferenti Regione, Provincia e Comune e invita i vertici delle tre istituzioni a convocare consigli monotematici "o quanto- meno - sostiene - si esprimano in pubblico sul futuro della costa barese e pugliese". Una pronuncia pubblica manca, dunque, e se ne duole il consigliere regionale dei Verdi, Mimmo Lomelo, il quale accusa il nuovo governo regionale per il suo "assordante silenzio". Lomelo è sconsolato da quanto detto in questi giorni da presidente del Consiglio regionale e sindaco e commenta: "Altro che pensare al paesaggio come fonte di benessere economico per tutti".
Dall'ambiente dell'amministrazione regionale, ma di un'amministrazione passata, arriva invece l'opinione di Luigi Ferlicchia, ex assessore per la Democrazia cristiana. "Si assiste - sostiene - ad un gran parlare con varie prese di posizione come se non vi fosse stata una sentenza della Corte di Appello. Ma pur rispettando le varie prese di posizioni di Verdi, ambientalisti ed altri non posso non chiedermi dove erano "costoro" nelle varie sedi istituzionali allorquando le procedure e gli iter normativi e progettuali andavano avanti.
Perché non sono state prese le adeguate iniziative da parte di "costoro" al momento del rilascio delle concessioni edilizie?" Il fatto è che, sostiene Ferlicchia, non si è voluto far nulla di concreto per il recupero di quel tratto di costa, nonostante ci fossero addirittura finanziamenti disponibili. L'ex assessore ricorda che nel 1996 fu tra i firmatari di un progetto che "prevedeva un parco urbano verde con spostamento della battigia a mare secondo un profilo rettilineo con relativo riempimento e messa a dimora di piante di vario tipo con boulevard e percorsi pedonali. Invece il Consiglio Comunale preferì proporre opere stradali di vario tipo ottenendo la bocciatura del Cipe e quindi la perdita di ogni pur minimo finanziamento. Se fosse stato proposto il finanziamento di quell'opera al Cipe nel settembre 1996, oggi la città di Bari sarebbe stata dotata di un polmone verde di ampio respiro con un nuovo profilo della costa che di fatto avrebbe superato l'impatto della visuale dei palazzi di Punta Perotti. Oggi invece si batte la gran cassa in termini impropri, non una parola adeguata si di ce sulla inopportuni di' Porto Verde" che potrebbe sorgere nella zona del Perotti preferendolo così ad una grande fascia di verde. Si continua quindi a menar il can per l'aia, non si agisce al momento opportuno, ma si opera invece quando le cose di fatto sono fatte".

 

 



 

 

 

 

 

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