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L’avv. Muciaccia
"Ricordo vagamente la costruzione dello stadio"
(19 giugno 2000)

E no! Dott. Emiliano, perché mi risveglia cosi brutalmente? Ero assopito da un decennio. Ricordo vagamente della costruzione del "nuovo stadio' che, con una farsa di referendum fu intitolato a S. Nicola, ricordo che si e incendiato un teatro, dei due in città. Se non sbaglio qualche migliaio di lavoratori sono stati buttati sul lastrico perché le aziende da cui dipendevano sono state confiscate in favore dello Stato per fatti di mafia. Ma sono ricordi vaghi perché la città è rimasta tale e quale: con un teatro in meno, con uno stadio in più e con tremila famiglie affamate. Oggi lei mi fa ricordare come un giorno, rientrando dal lavoro in macchina, all'altezza di "nderr a la lanza" sentii un malessere diffuso, che non riuscivo ad attribuire ad alcun sintomo. Pensai ad un segno premonitore di qualche disgrazia. Ma, avanzando nel mio percorso, alzando casualmente gli occhi, compresi la vera causa del mio star male; per la prima volta, dopo oltre cinquant'anni, non avevo più l'orizzonte ed il mare di fronte. Era stata eretta Punta Perotti! Mi chiesi disperato, perché all'improvviso con un colpo di spugna, mi era stata tolta l'aria, il mare, l'orizzonte (poche, ma grandi cose, che ancora mi consentivano di sopravvivere nella città della <lacapaggira"). Mi chiesi, disperato, perché all'improvviso qualcuno aveva concentrato la mia memoria (le passeggiate con mio padre sul lungomare mentre io saltellavo da scoglio a scoglio e mi sembrava di poter andare all'infinito; l'incontro con la mia compagna che non avrebbe avuto confini) e perché qualcuno aveva cancellato la memoria collettiva dello struscio domenicale tra una birra, un gelato e tanti sguardi sensuali lasciati qui e la alle ragazze! Ma mi ero assopito subito dopo, quando, raccolti i consensi formali di chiunque incontravo, verificato che nessuno oltre al darmi ragione intendeva reagire, avevo capito che era meglio dormire. Tanto non sarebbe successo nulla. Invece no! Arriva Lei e mi racconta del suo amico sig. K (che combinazione? Sono io? E l'interprete del "Processo" di Kafka? E’ quell'intellettuale, collettivo di gramsciana memoria? O è lei stesso?) e mi da questo colpo basso. Mi costringe a pensare.

Avv. Nicolò Muciaccia

 

 



 

 

 

 

 

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