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Nuovo Corriere Barisera
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Corriere
della Sera
da
La Gazzetta del
Mezzogiorno
Album
Fotografico |
Le
reazioni/Dalla Soprintendenza
Su temi ambientali non date a noi le colpe degli altri
(21 Giugno 2000)
Ma quali presunte inadempienze o colpevoli ritardi,
il "quotidiano a tiratura nazionale" al quale in particolar modo si rivolge il
personale della Soprintendenza per i beni ambientali, artistici, architettonici e storici
della Puglia non sa o forse non conosce abbastanza la realtà locale per tranciare giudizi
sull'<impegno e la professionalità da sempre profusi nell'attività istituzionale in
difesa di beni culturali e beni paesaggistici> come la demolizione del cinema Patano, a
Mola di Bari, avvenuta oltre dieci anni fa. E questo per rimanere al risvolto della tutela
paesaggistico ambientale. Perché poi l'attività dell'ufficio si esplica anche nella
promozione e organizzazione di manifestazioni culturali, museali, nonché nell'attività
di tutela monumentale. Se tutta questa attività è vera e documentabile, risulta
strumentale, per i dipendenti che hanno inviato una lunga lettera-denuncia, interpretare
come diretta conseguenza di una presunta inefficienza o di ""colpevoli
ritardi" in materia di tutela paesaggistica" il trasferimento del Soprintendente
Jacobitti dalla Soprintendenza di Bari ad altro incarico. Per i dipendenti della
Soprintendenza, le inadempienze e i ritardi sono piuttosto di altri: della Regione, ad
esempio, che non si è ancora dotata del Piano urbanistico territoriale tematico o
"di quelle istituzioni che per legge hanno competenza esclusiva in materia
urbanistica e competenze primarie in materia paesaggistica". E, riguardo quest'ultimo
aspetto della questione, il riferimento e senza infingimenti alla vicenda di Punta
Perotti, complesso edilizio tra l'altro il sequestrato dalla magistratura all'atto di
insediamento di Jacobitti. Il personale della Soprintendenza intende così ristabilire la
verità dei fatti, "con l'auspicio - concludono i dipendenti - che l'architetto De
Cunzo possa continuare l'azione in difesa dei Beni culturali e ambientali>. Franco
Neglia, della segreteria dei Ds, Area metropolitana di Bari, riassume le inadempienze, che
sono in gran parte frutto di confusione, elencando tutti gli atti con i quali le
amministrazioni baresi, dall'89 (studi preliminari per un piano particolareggiato della
costa) ad oggi gotta al decreto di vincolo per la tutela della costa da parte del
ministero ai Beni culturali), si sono occupate almeno sulla carta del litorale di Bari,
dal confine con il comune di Giovinazzo, a Nord, a quello con il comune di Mola, a Sud,
non cavandone pero un ragno dal buco. "L'amara conclusione- dice Neglia - è che li
dove l'amministrazione pubblica ha rinunciato al suo ruolo e prevalsa la rendita
fondiaria". L'assenza della politica e al centro di un intervento del segretario
provinciale della federazione di Bari del Partito dei comunisti italiani, Giovanni
Valente. "Le forze politiche - sostiene - e sembrato volessero delegare la gestione
del caso Punta Perotti alla magistratura o, al più, all'azione di quattro scalmanati
ambientalisti. Il Centrosinistra, la sinistra non sono riuscite a trovare ragioni per
un'azione comune. E tempo di riparare agli errori e ripartire dalle cose concrete
per ridisegnare un modello di sviluppo della nostra città rispettoso di uomini e
territorio, democratico e partecipato". Solidarietà alle associazioni di
Osservatorio metropolitano per l'interruzione della raccolta di firme viene da Michele
Losappio e Antonio Di Matteo di rifondazione comunista, i quali parlano di
"interessi di parte e forte influenza politica del partito del mattone nelle
istituzioni cittadine". |