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"Cari compagni troppi errori"

Immaginiamo questa città senza il rogo del Petruzzelli, senza quartieri ghetto, senza il rudere del Margherita, senza Punta Perotti. Sicuramente una città migliore, ma comunque con un problema grande da risolvere: la brutale eliminazione di spunti per la polemica quo- tidiana. Retaggio di una cultura provincialotta e bigotta, ricca di umanità varia, di colore e di costume "Basilisco" alla Wertmuller.
L'appassionarsi a vicende ed episodi che richiamano interesse per il fatto in sé, per il clamore che riesce a sollevare, decontestualizzando ed autoalimentando di tensioni e pregiudizi che poco hanno a che fare con la risoluzione "vera" del problema. E' un segno forte dell'esigenza di apparire, e più forte è l'argomento, maggiore e la visibilità, e quindi l'accanimento. Una sorta di narcisismo politico debole nei contenuti e forte nella forma. Non è di questo che ha bisogno Bari né tanto meno la sinistra, né questo può suscitare interesse politico in grado di trasformare la partecipazione in consenso. Un po' di umile e responsabile silenzio, questo sì, potrebbe agevolare un processo di rinobilitazione della politica, che ha perso di vista la propria natura nel momento in cui ha cominciato a confondersi con la cronaca, accanendosi contro il caso "Punta Perotti" e mettendo in secondo piano il degrado di quel litorale, pietosamente nascosto dalla "saracinesca" e da un po' di propaganda alla Pane e Pomodoro; o di quel sipario bruciato, che con il suo fumo ha annebbiato la scena di apriamo i valori veri che ci rendono diversi sul piano politico ed evitiamo il fascino della ribalta. Ammettiamo i nostri errori: il Petruzzelli bruciava già prima del rogo; Punta Perotti prima di essere un rustico edilizio, era un progetto, e se queste cose ci sono sfuggite forse è accaduto perché le luci della ribalta erano più forti delle nostre convinzioni o delle nostre capacità. È questo il vero bubbone da abbattere, la saracinesca da alzare una carenza strutturale che non ha consentito la crescita ed ha mortificato la produzione culturale locale, oscurata oltremodo da feste e spettacoli miliardari, e costretta ad emigrare o a soffrire l'indifferenza del territorio.
Silenzio compagni, e risco sulle nostre coscienze, sempre di più proiettate ad apparire migliori delle altre senza sforzarsi di migliorare se stessi.
Concludo con la speranza che il Petruzzelli possa rialzare il sipario su una produzione culturale locale che non debba "emigrare" per crescere ed ottenere riconoscimenti, e che Punta Perotti possa esser lo stimolo per migliorare non solo quella parte di litorale, ma anche noi stessi.

Antonio De Filippis
direttore provinciale della Cna, consigliere della Camera di Commercio
e componente della direzione provinciale dei Ds

 

 



 

 

 

 

 

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