La capagira
Cosa si poteva fare perché un film su Bari,
o meglio sulla sua parte più rejetta, degradata, vilipesa e trascurata approdasse agli
onori della critica italiana e straniera? Semplice: ci voleva un barese un po
"oriundo" e un po anomalo come Alessandro
Piva; uno cioè che nella città del levante ci ha vissuto quel tanto che gli è
bastato per trarne unopinione disincantata e delle immagini che non fossero intrise
di pregiudizi campanilistici o, peggio da "spot valtur", o peggio ancora , di
luoghi comuni. Il primo merito, indiscutibile di Lacapagira, è appunto questo:
aver plasmato uno spaccato assolutamente "vero", autentico della nostra realtà
sociale. Il lusinghiero riconoscimento del Festival di Berlino (lunico nei confronti
di un film italiano), e il recente acquisto della pellicola da parte della prestigiosa Lucky
Red, suonerà forse molesto ai palati fini degli esponenti dei Rotary o di altri
circoli-bene della città. Ma vivaddio, per la prima volta, non abbiamo esportato al di
là delle Murge le trite macchiette colino-cocò o i zuccherosi quanto politically
correct quadretti a cura della premiata ditta Arbore-Banfi. La Bari dei
truffatori, dei contrabbandieri, degli emarginati e dei piccoli imbroglioni è frutto, e
per quanto ci riguarda, dun inedito (osiamo, osiamo pure) realismo
simil-rosselliniano che mai, e poi mai, ha trovato da queste parti fortuna o abilità
professionali. Bravi gli attori on the road, ma bravo soprattutto lo sceneggiatore
che ha avuto il merito, non trascurabile, di lasciare intatto lo slang (ma perché,
maledizione, non chiamarlo lingua-madre?) gutturale, tagliente e duro dei nostri rioni. E
che questi non coincidano con lintera area cittadina e si trovino, per dirla con De
Andrè: "dove il sole del buon Dio non dà i suoi raggi" non importa.
Aspettiamo con ansia luscita di Fuori di me girato interamente al quartiere
San Paolo dal modenese Gianni
Zanasi, così come Albania Blues del barese doc Nico Cirasola. E
pazienza per i sottotitoli, e pazienza per i fautori della "Bari da bere". Il
loro tempo verrà. (midio) |
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