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CORATO |
ab. 44.000
esten.168 kmq
alt. 232 m
CAP 70033
43 km da Bari
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Importante comune agricolo della Puglia e
patria dell'olio e del buon vino pugliese, situato nella zona precollinare della Murgia.
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Sacro & Profano
Carnevale Coratino (febbraio)
Sfilata carri allegorici guidata da Panzoni, Vecchierelle, Sceriffi, Papuonne, maschere
tipiche locali.
Settimana Santa (aprile)
Rappresentazione vivente della Via Crucis, Processione dell'Addolorata e dei Misteri dalla
Parrocchia S. Giuseppe, Processione della Pietà dal Santuario Santa Maria Greca.
Teatro in breve (marzo-maggio) Compagnie teatrali amatoriali della zona.
Concorso di Eleganza e
Sfilata di carrozze ed attacchi d'epoca (maggio,
prima domenica)
Sagra delle Ciliegie (giugno)
Corato Jazz Festival (giugno-luglio)
Murgiarte (giugno) teatro ed arti pittoriche presso i centri agrituristici
della zona. Festa di San Cataldo (metà agosto) Celebrazioni religiose e civili per
il Santo Patrono.
Concorso nazionale di
poesia "Orazio Caputo" (settembre)
Dicembre Coratino Sagra
del Dolce Tradizionale Natalizio, Lo ioa jo di Santa Lucia, Grande Presepe
nel Chiostro del Palazzo di Città.
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CENNI STORICI |
Le
origini di Corato risalirebbero all'epoca della seconda guerra punica (201 a.C.) dopo la
distruzione di Cartagine quando, secondo questa tradizione, Scipione l'Africano
donò ai suoi soldati i campi dauni e peuceti confiscati agli Apuli formando cosi le prime
colonie romane in Puglia. Il territorio di Corato, nella fattispecie, fu donato, al
patrizio romano Caius Oratus, dal cui nome e cognome fuso e abbreviato derivarono
le voci Coratus, Coratum, Curati, Quarata e Quadrata
fino a quando, con la dominazione di Federico II assunse la definitiva
denominazione di Corato. Morto Federico II nel 1250, Carlo D'Angiò impose
il suo dominio nell'Italia meridionale, dopo aver sconfitto Corradino di Svevia.
Corato restò fedele a Corradino, meritando da lui l'appellativo di "cor
sine labe doli" (cuore senza macchia di tradimento), motto riportato sullo stemma
della città. Di maggior attendibilità storica, invece, sono le notizie, secondo cui
Corato esisteva come villaggio colonico nel Vll -VllI sec. d. C. Sorta a breve distanza
dal mare ma con altimetria tale (232 mt. s.l.m.) da poter difendersi dalle scorrerie dei
pirati che assalivano le coste adriatiche; situata in zona fertilissima, rimase per molti
secoli un semplice borgo con una chiesa (Matrice) e circondata da Casali abitati da poche
centinaia di agricoltori. Il villaggio era caratterizzato da quattro torri costruite dai Longobardi
e contribuiva alla sua difesa un dedalo di viuzze congiunte da archi e cunicoli
sotterranei. Corato divenne città fortificata sotto il dominio dei Normanni. Fu Pietro
il Normanno, infatti, a far unire le quattro torri, a cingere l'abitato con una
muraglia intervallata da venticinque torrioni e a far costruire un castello (Palazzo
Gioia) concedendo il titolo di "città" all'abitato. Con gli Svevi e gli Angioini,
la città si sviluppò nel commercio e nell'industria agricola. Con l'abolizione del
feudalesimo cominciò un periodo di progresso civile, destinato ad incrementare dopo
l'Unità d'Italia.
CHIESE
Chiesa Madre di Santa Maria Maggiore. Secondo la tradizione le più
antiche notizie della chiesa risalgono al 1139. Di fattura medievale risulta il portale a
sesto acuto, recante nella lunetta la raffigurazione del Cristo benedicente fra i due
dolenti.
Chiesa e Convento San Benedetto. Le attuali fabbriche conventuali sorsero nel 1627
(data sul portale) sul sito di un precedente convento, dedicato a Santa Maria Annunziata,
allinterno delle mura cittadine, nei pressi della Porta delle Monache.
Chiesa di Santa Maria Greca. La chiesa sorse nel XVII secolo intorno al culto della
Madonna Greca diffusosi in seguito al ritrovamento di unicona della Vergine in una
delle torri cittadine.
Chiesa di Maria SS. Incoronata (Già San Cataldo) La grande chiesa attuale
riunisce, nella duplice dedicazione, la memoria di due culti strettamente legati alla
storia della comunità coratina. Una chiesa dedicata a San Cataldo sorgeva extra moenia,
nel 1506 sul luogo di una miracolosa apparizione del santo avvenuta nel 1483
allepoca di una tragica pestilenza. Mentre Iimmagine della Madonna Incoronata
si venerava in unedicola sita nel vicino giardino dei Minori Osservanti.
Chiesa e Convento di San Domenico. La fondazione di una chiesa "extra
moenia", occupata da monache benedettine, risaliva al XIII secolo. Nel XVI secolo le
monache si ritirarono allinterno delle mura ed il complesso, che si era ampliato per
la costruzione di un convento fatto edificare da Ladislao de Aquino nel 1518, passò ai
Domenicani.
Chiesa e Convento di San Francesco Attualmente chiusa al culto, tutto il complesso
edilizio e riferibile alla seconda metà del XVIII secolo.
Chiesa e Convento del Carmine Su via Carmine prospetta la facciata della chiesa di
Santa Maria del Carmine.
Chiesa di San Giuseppe La chiesa sorge in piazza Bolivar, lungo corso Mazzini. Sul
portale si legge la data di fondazione, 1605. Ledificio ha una semplice facciata con
fastigio mistilineo e finestrone settecentesco con vetrata moderna raffigurante la
Natività Al 1750 (lapide con iscrizione) risale invece la dedicazione a San Giuseppe.
Chiesa e Convento dei Cappuccini I Frati Cappuccini erano presenti a Corato fin dal
1594, ma il complesso che li ospitò fino alla soppressione dellordine ci appare di
impianto settecentesco. Liscrizione sul portale ricorda la costruzione "a
fundamentis" delledificio ad opera del "senatus Corati" nel 1756.
Chiesa di San Vito La prima testimonianza a Corato di una chiesa intitolata a
"San Vito de Templo" risale ad un documento notarile datato 1206 e riportato nel
Codice Diplomatico Barese.
Chiesa Valdese
La comunità evangelica Valdese di Corato nacque verso la fine del secolo scoro. I lavori
di costruzione della chiesa iniziarono nell'ottobre del 1912 ad opera del costruttore Di
Gioia. Il Tempio fu ultimato nel dicembre del 1913.
PALAZZI GENTILIZI
Palazzo Capano Edificio ad un piano, dal bel portale a bugne secondo i
modelli napoletani dell'architetto Sanfelice. All'interno si apre un ampio cortile bugnato
su cui affacciano finestre mistilinee e balconi con la soglia sagomata.
Palazzo Lamonica Vecchio Dallimponente facciata, con bel portale
tardorinascimentale.
Palazzo De Mattis Detto popolarmente "u palazz de re péte pezzute", in
riferimento al bugnato a punta di diamante che ne riveste il piano nobile e ne inquadra il
portale. Palazzo Catalano di modesta fabbrica ricca, però, di vivaci decorazioni
di gusto tipicamente popolare. Nello spigolo sono scolpiti busti maschili, testine e
mascheroni che si innalzano sino alla cornice marcapiano del primo piano.
Palazzo Gentile Griffi Alle spalle della Chiesa Madre, costruzione cinquecentesca,
in origine il palazzo apparteneva alla famiglia Griffi, com'è attestato dallo stemma
(grifo rampante)
Palazzo Spallucci Su Corso Garibaldi, è rivestito da bugnato rustico al piano
terra e con un portale ad arco su lesene. Le porte-finestre dei due piani superiori sono
ornate da ricchi fastigi, alcuni dei quali ospitano teste virili nelle nicchie. Mascheroni
apotropaici decorano il cornicione di coronamento.
Palazzo di Città (ex. Convento S. Cataldo) Situato in piazza Matteotti, è
costituito dalla larga fronte ottocentesca dell'ex convento dei Minori Osservanti. Del
complesso cinquecentesco si conserva il bel chiostro con archi ogivali tardo gotici su
pilastri. Tre ali del chiostro sono sopraelevate di due piani e vi si aprono finestre di
gusto barocco. |
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