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CORATO


ab. 44.000
esten.168 kmq
alt. 232 m
CAP 70033
43 km da Bari

***


Importante comune agricolo della Puglia e patria dell'olio e del buon vino pugliese, situato nella zona precollinare della Murgia.


Sacro & Profano

punto.gif (855 byte)Carnevale Coratino (febbraio) Sfilata carri allegorici guidata da Panzoni, Vecchierelle, Sceriffi, Papuonne, maschere tipiche locali.
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Settimana Santa (aprile) Rappresentazione vivente della Via Crucis, Processione dell'Addolorata e dei Misteri dalla Parrocchia S. Giuseppe, Processione della Pietà dal Santuario Santa Maria Greca.
punto.gif (855 byte)Teatro in breve (marzo-maggio) Compagnie teatrali amatoriali della zona.
punto.gif (855 byte)Concorso di Eleganza e Sfilata di carrozze ed attacchi d'epoca (maggio, prima domenica)
punto.gif (855 byte)Sagra delle Ciliegie (giugno)
punto.gif (855 byte)Corato Jazz Festival (giugno-luglio)
punto.gif (855 byte)Murgiarte (giugno) teatro ed arti pittoriche presso i centri agrituristici della zona. Festa di San Cataldo (metà agosto) Celebrazioni religiose e civili per il Santo Patrono.
punto.gif (855 byte)Concorso nazionale di poesia "Orazio Caputo" (settembre)
punto.gif (855 byte)Dicembre Coratino Sagra del Dolce Tradizionale Natalizio, Lo ioa jo’ di Santa Lucia, Grande Presepe nel Chiostro del Palazzo di Città.

CENNI STORICI

bpalcittaLe origini di Corato risalirebbero all'epoca della seconda guerra punica (201 a.C.) dopo la distruzione di Cartagine quando, secondo questa tradizione, Scipione l'Africano donò ai suoi soldati i campi dauni e peuceti confiscati agli Apuli formando cosi le prime colonie romane in Puglia. Il territorio di Corato, nella fattispecie, fu donato, al patrizio romano Caius Oratus, dal cui nome e cognome fuso e abbreviato derivarono le voci Coratus, Coratum, Curati, Quarata e Quadrata fino a quando, con la dominazione di Federico II assunse la definitiva denominazione di Corato. Morto Federico II nel 1250, Carlo D'Angiò impose il suo dominio nell'Italia meridionale, dopo aver sconfitto Corradino di Svevia. Corato restò fedele a Corradino, meritando da lui l'appellativo di "cor sine labe doli" (cuore senza macchia di tradimento), motto riportato sullo stemma della città. Di maggior attendibilità storica, invece, sono le notizie, secondo cui Corato esisteva come villaggio colonico nel Vll -VllI sec. d. C. Sorta a breve distanza dal mare ma con altimetria tale (232 mt. s.l.m.) da poter difendersi dalle scorrerie dei pirati che assalivano le coste adriatiche; situata in zona fertilissima, rimase per molti secoli un semplice borgo con una chiesa (Matrice) e circondata da Casali abitati da poche centinaia di agricoltori. Il villaggio era caratterizzato da quattro torri costruite dai Longobardi e contribuiva alla sua difesa un dedalo di viuzze congiunte da archi e cunicoli sotterranei. Corato divenne città fortificata sotto il dominio dei Normanni. Fu Pietro il Normanno, infatti, a far unire le quattro torri, a cingere l'abitato con una muraglia intervallata da venticinque torrioni e a far costruire un castello (Palazzo Gioia) concedendo il titolo di "città" all'abitato. Con gli Svevi e gli Angioini, la città si sviluppò nel commercio e nell'industria agricola. Con l'abolizione del feudalesimo cominciò un periodo di progresso civile, destinato ad incrementare dopo l'Unità d'Italia.
CHIESE
bvaldeseChiesa Madre di Santa Maria Maggiore. Secondo la tradizione le più antiche notizie della chiesa risalgono al 1139. Di fattura medievale risulta il portale a sesto acuto, recante nella lunetta la raffigurazione del Cristo benedicente fra i due dolenti.
Chiesa e Convento San Benedetto. Le attuali fabbriche conventuali sorsero nel 1627 (data sul portale) sul sito di un precedente convento, dedicato a Santa Maria Annunziata, all’interno delle mura cittadine, nei pressi della Porta delle Monache.
Chiesa di Santa Maria Greca. La chiesa sorse nel XVII secolo intorno al culto della Madonna Greca diffusosi in seguito al ritrovamento di un’icona della Vergine in una delle torri cittadine.
Chiesa di Maria SS. Incoronata (Già San Cataldo) La grande chiesa attuale riunisce, nella duplice dedicazione, la memoria di due culti strettamente legati alla storia della comunità coratina. Una chiesa dedicata a San Cataldo sorgeva extra moenia, nel 1506 sul luogo di una miracolosa apparizione del santo avvenuta nel 1483 all’epoca di una tragica pestilenza. Mentre I’immagine della Madonna Incoronata si venerava in un’edicola sita nel vicino giardino dei Minori Osservanti.
Chiesa e Convento di San Domenico. La fondazione di una chiesa "extra moenia", occupata da monache benedettine, risaliva al XIII secolo. Nel XVI secolo le monache si ritirarono all’interno delle mura ed il complesso, che si era ampliato per la costruzione di un convento fatto edificare da Ladislao de Aquino nel 1518, passò ai Domenicani.
Chiesa e Convento di San Francesco Attualmente chiusa al culto, tutto il complesso edilizio e riferibile alla seconda metà del XVIII secolo.
Chiesa e Convento del Carmine Su via Carmine prospetta la facciata della chiesa di Santa Maria del Carmine.
Chiesa di San Giuseppe La chiesa sorge in piazza Bolivar, lungo corso Mazzini. Sul portale si legge la data di fondazione, 1605. L’edificio ha una semplice facciata con fastigio mistilineo e finestrone settecentesco con vetrata moderna raffigurante la Natività Al 1750 (lapide con iscrizione) risale invece la dedicazione a San Giuseppe.
Chiesa e Convento dei Cappuccini I Frati Cappuccini erano presenti a Corato fin dal 1594, ma il complesso che li ospitò fino alla soppressione dell’ordine ci appare di impianto settecentesco. L’iscrizione sul portale ricorda la costruzione "a fundamentis" dell’edificio ad opera del "senatus Corati" nel 1756.
Chiesa di San Vito La prima testimonianza a Corato di una chiesa intitolata a "San Vito de Templo" risale ad un documento notarile datato 1206 e riportato nel Codice Diplomatico Barese.
Chiesa Valdese
La comunità evangelica Valdese di Corato nacque verso la fine del secolo scoro. I lavori di costruzione della chiesa iniziarono nell'ottobre del 1912 ad opera del costruttore Di Gioia. Il Tempio fu ultimato nel dicembre del 1913.
PALAZZI GENTILIZI
bspallucciPalazzo Capano Edificio ad un piano, dal bel portale a bugne secondo i modelli napoletani dell'architetto Sanfelice. All'interno si apre un ampio cortile bugnato su cui affacciano finestre mistilinee e balconi con la soglia sagomata.
Palazzo Lamonica Vecchio Dall’imponente facciata, con bel portale tardorinascimentale.
Palazzo De Mattis Detto popolarmente "u palazz de re péte pezzute", in riferimento al bugnato a punta di diamante che ne riveste il piano nobile e ne inquadra il portale. Palazzo Catalano di modesta fabbrica ricca, però, di vivaci decorazioni di gusto tipicamente popolare. Nello spigolo sono scolpiti busti maschili, testine e mascheroni che si innalzano sino alla cornice marcapiano del primo piano.
Palazzo Gentile Griffi Alle spalle della Chiesa Madre, costruzione cinquecentesca, in origine il palazzo apparteneva alla famiglia Griffi, com'è attestato dallo stemma (grifo rampante)
Palazzo Spallucci Su Corso Garibaldi, è rivestito da bugnato rustico al piano terra e con un portale ad arco su lesene. Le porte-finestre dei due piani superiori sono ornate da ricchi fastigi, alcuni dei quali ospitano teste virili nelle nicchie. Mascheroni apotropaici decorano il cornicione di coronamento.
Palazzo di Città (ex. Convento S. Cataldo) Situato in piazza Matteotti, è costituito dalla larga fronte ottocentesca dell'ex convento dei Minori Osservanti. Del complesso cinquecentesco si conserva il bel chiostro con archi ogivali tardo gotici su pilastri. Tre ali del chiostro sono sopraelevate di due piani e vi si aprono finestre di gusto barocco.

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