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ADELFIA

ab. 16.441
esten.
29,73 kmq
alt.
154 m
CAP
70010
15 km da Bari


* * *
Località della Murgia  barese. L'economia locale si sviluppa per l'80% con l'agricoltura.
Oltre la metà delle colture riguarda
uva da tavola
e da vino, ulivi e mandorli completano
il settore

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CENNI STORICI

La cittadina di Adelfia, prima che così fosse nominata (regio decreto del 29 settembre 1927) raggruppava i due comuni di Canneto e Montrone.
Canneto ha un’origine antichissima come dimostrano i numerosi reperti archeologici affiorati nel circondario. Secondo la ricostruzione degli storici fu frazione e necropoli della vicina Celiae, la cui posizione geografica era sulla direttrice che dall'Adriatico portava allo Ionio. La nascita del borgo risale invece al secolo XI, e precisamente durante gli anni in cui i Normanni guidati da Roberto il Guiscardo furono occupati nell’assedio di Bari (1067-1071). L’attuale territorio di Canneto, per le possibilità mimetiche offerte da estesi filari di canne (di qui il toponimo Cannitum), sarebbe stato scelto dai comandanti normanni come luogo idoneo per l’accampamento e l’occultamento delle loro truppe.
Dei vari feudatari che si susseguirono negli anni si conservano ancora oggi gli stemmi collocati sull'arco dell'orologio, sulla torre normanna, sulla facciata dei palazzo marchesale anteriormente e posteriormente, sulla facciata della cappella di S.Maria della Stella, nella parte interna della cappella e infine sul Casino di don Cataldo sulla via per Bitritto.

Montrone fu abitata già nell'epoca preromana e fu terra di passaggio per gli invasori : Goti, Greci, Longobardi, Franchi, Saraceni e Normanni.
La nascita "ufficiale" di Montrone risalirebbe, secondo la tradizione, al 982, quando un commerciante greco di nome Roni Sansech si sarebbe fermato in questa zona che ben si prestava con i suoi pascoli al commercio di ovini e bovini. Il villaggio sorto su un'altura prese dal Roni il nome di Monteroni. Il primo documento storico, tuttavia, in cui si menziona Canneto e Montrone, risulta la bolla del papa Alessandro Ill del 1172 in cui sono indicati i paesi soggetti all'autorità dell'arcivescovo di Bari. Nel 1799 i due comuni sostennero, in termini logistici, le truppe rivoluzionarie, anche se la popolazione fu in ogni caso ostile ai francesi e sostanzialmente fedele alla dinastia borbonica.
Arte
La chiesa Madre di Montrone si ritiene abbastanza recente, così come si evince dalla data (1711) riportata sulla facciata principale. La Chiesa Madre di Canneto fu ricostruita su di una antica chiesetta preesistente nel 1761 ed ampliata nel 1763, ha una forma di croce latina ed è dedicata alla Immacolata la cui Immagine troneggia sul fondo della chiesa. Gli altari laterali sono sormontati da due grandi tele di autore ignoto raffiguranti l'Annunciazione e la Crocifissione, e in quello di destra si conservano le reliquie dei Santo protettore di Canneto: S.Vittoriano.
La Cappella di Santa Maria della Stella, voluta da Alfonso Balbiano, signore di Canneto, nel 1186, per la miracolosa guarigione della moglie Stella Beatrice Galtieri, avvenuta nella Pasqua di quell'anno. Sull'altare maggiore domina il quadro della Madonna e sugli altari laterali ci sono due tele raffiguranti S.Antonio da Padova e un santo vescovo portato in gloria.
La Cappella della Madonna del Principio fu costruita nel 1086 ed ingrandita nel 1521 sopra di una antica cappella risalente alla fondazione di Montrone, è al primo posto come importanza ed antichità. Stando alla tradizione, un prete greco, congiunto dei fondatore Roni, dipinse verso il Mille la Vergine che fu chiamata " dei Principio ".
La Torre normanna fu fatta costruire da Alfonso Balbiano nel 1146 e completata circa sette anni dopo. Era provvista nelle fondamenta di un lungo tunnel che attraversando un tratto della campagna circostante, finiva a circa un quarto di miglio in direzione Acquaviva. Il tunnel, come è facile arguire, serviva come via di fuga nei casi di pericolo per gli occupanti la torre. Di struttura architettonica tipicamente normanna (basti notare la base quadrangolare) proteggeva e segnava i limiti dei palazzo del Signore.
Il Castello delle Fascine,  sulla  provinciale che collega il comune di Adelfia con quello di Loseto, è detto anche "Casina Don Cataldo", dal nome dei secondi proprietari. In realtà si tratta di un castello in viva pietra bianca locale a pianta regolare, quasi quadrata, con quattro torrette a forma semicircolare, con balconate angolari e diverse finestre di adeguato stile architettonico e di equilibrata armonia.
L'epoca di costruzione risale al secolo XVII ed è dovuta al marchese di Canneto: Carlo Tommaso De Nicolai.

            

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